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«Mobilita dolce e stop al traffico privato sono le parole d’ordine per dare un futuro al turismo» spiega Massimo Giradi, presidente di Transdolomites. «Il problema sta però nella debolezza strutturale delle Alpi e Dolomiti che attualmente non permette di puntare a un’offerta di mobilità che sia alternativa all’auto privata. Il punto di debolezza e dovuto al fatto che la raggiungibilità dei territori montani è appena sufficiente se parliamo di infrastrutture quali le ferrovie, mentre la mobilità interna quasi ovunque su gomma e un disastro.
Per il territorio alpino e dolomitico il settore turistico riveste un ruolo fondamentale a livello economico e sociale. Al problema dei trasporti ed alle conseguenze derivanti dal traffico privato, è opportuno associare l’impatto dei cambiamenti climatici sul turismo con conseguenze rilevanti per le Dolomiti nel complesso. Eppure una efficace politica dei trasporti può trasformare i fenomeni dei cambiamenti climatici anche in un’opportunità per il turismo montano attraverso un percorso di adattamento. Questi scenari devono portarci ad attivare delle strategie operative,
nel breve periodo la priorità è intervenire sull‘esistente lavorando ad ottimizzare i servizi di trasporto pubblico integrandoli, facendoli meglio interagire tra le varie provincie creando un libero spazio della pubblica mobilità. Nel medio e lungo periodo ma attivandosi sin da ora, si dovrà colmare il forte ritardo infrastrutturale delle reti ferrovie per permettere la raggiungibilità dei territori alpini e dolomitici».
Per maggiori informazioni visitate il sito di Transdolomites