Dolomiti, patrimonio dell'umanità. Dibattito a Moena

Da il 23 agosto 2009

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dibattitomoena.JPGDolomiti, patrimonio dell’umanità, non è un distintivo da apporre in bella vista sulla carta patinata dei pieghevoli pubblicitari, ma il punto di partenza per un difficile cammino. Un cammino che richiede impegno, valori di riferimento comuni, concretezza, formazione, ma soprattutto dialogo e capacità di sintesi tra realtà diverse. Passata l’euforia del successo raggiunto nel giugno scorso a Siviglia, ora si riflette sul da farsi. La prima occasione per parlarne con la gente è stata offerta dalla settimana della montagna promossa a cura dell’amministrazione comunale di Moena. In una serata, che poteva essere sicuramente più partecipata, si sono confrontati l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, il presidente di Mountain Wilderness Fausto De Stefani, il presidente dell’Apt di Fassa e sindaco di Moena Riccardo Franceschetti, il vice presidente di Cipra Italia Luigi Casanova. Faceva gli onori di casa Giancarlo Ramus, vicesindaco e anima dell’iniziativa, mentre il ruolo di moderatore è stato affidato al giornalista Walter Nicoletti. Mauro Gilmozzi è subito entrato sugli obiettivi del piano di attuazione che prevede la costituzione di una fondazione in grado di superare le differenze di ordinamenti, competenze e sensibilità delle cinque provincie coinvolte. Con una punta polemica ha affermato che ora è tempo di abbandonare «gli atteggiamenti disfattisti» che hanno accompagnato il cammino verso il responso di Siviglia per passare dalle idee ai fatti. «Questo passaggio – ha sottolineato l’assessore – non sarà indolore. Certamente bisognerà giungere a mediazioni che a non tutti piaceranno, ma è il prezzo per centrare il bersaglio». De Stefani, come rappresentante dell’associazione che già nel 1993 puntava a fare delle Dolomiti un “monumento del mondo” ha invitato a riempire di contenuti il progetto e tenersi lontano dalla banalità. «Il passaggio è stretto – ha detto – dobbiamo evitare la visione speculativa che accompagna il progetto Dolomiti, patrimonio dell’umanità, sapendo dire anche dei no a programmi che snaturano il significato di questo riconoscimento. E’ necessario poi riscoprire il ruolo della scuola per riappropriarci delle nostre radici che sono legate alla terra». Anche Riccardo Franceschetti, che ha affrontato il tema legandolo ovviamente alle tematiche turistiche ha sottolineato l’importanza di “fidelizzare” l’ospite attraverso un lavoro culturale rivolto in primis alla gente e agli operatori. In pratica non si può vendere un prodotto se non si ha un’anima. Per Luigi Casanova la priorità va data al coinvolgimento delle popolazioni. « Le Dolomiti devono diventare un territorio d’eccellenza e questo obiettivo non si raggiunge consumando nuovi territori ma facendo crescere nuovi saperi». Tra gli interventi del pubblico ricordiamo quello del consigliere ladino Luigi Chiocchetti che ha sottolineato ancora una volta l’importanza di dare attenzione alla gente che vive su questo territorio e di sfruttare pienamente l’occasione per lavorare insieme. La sintesi della serata l’ha espressa Tone Pollam, presidente dell’Istituto culturale ladino di Fassa, che ha parlato di occasione importante per far crescere nella gente la consapevolezza di un patrimonio unitario. «E’ necessario superare gli steccati esistenti, retaggio dei nazionalismi che hanno interrotto i ricchi legami di un tempo e le forme di gestione comunitarie del territorio. «Abbiamo davanti – ha concluso – un importante lavoro da fare».

About Gilberto Bonani

Corrispondente giornali Trentino, Vita Trentina e Avisio

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