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Giovedì sera, presso il Comun general a Pozza di Fassa, di fronte ad un buon numero di persone, è stata presentata la collaborazione tra Comun general e l’Associazione provinciale per le Dipendenze patologiche onlus (ApDp) che ha lo scopo di avvicinare le strutture pubbliche al cittadino.
Quello delle dipendenze è un tema molto delicato che per anni ha riguardato soprattutto l’uso di sostanze stupefacenti, l’abuso di alcool o i disturbi alimentari, ma che sempre più negli ultimi anni comprende anche le cosiddette “nuove dipendenze”, come quella da Internet e quella da slot machine e gratta e vinci.
«Solo in Trentino abbiamo 7 mila persone dipendenti dal gioco delle macchinette”, ha dichiarato nella presentazione della serata la procuradora Cristina Donei che ha proseguito ringraziando “i gruppi (Ama, Alcoolisti, l’associazione di Marino Pederica “Occhio al gioco”) che stanno già operano in valle da diversi anni ai quali ora si aggiungerà questa nuova collaborazione con lo scopo di offrire un supporto in valle per non dover andare fino a Trento. Per questo sarà attivo in valle, per una volta al mese uno sportello (380 2668817 o presso il Comun general) per una migliore e maggiore offerta di supporto informativo, ma anche di un aiuto concreto».
In rappresentanza dell’ApDp, il presidente Andrea Bortot ha spiegato: «Lo scopo è portare un sostegno alle famiglie in situazioni di dipendenza ed essere per loro un aiuto specifico. Nostra intenzione è anche quella di fare rete con i soggetti in valle, ma fare anche da ponte con il Sert (Servizio tossicodipendenze)». Proprio la psichiatra e coordinatrice del Sert di Trento, Roberta Ferrucci ha parlato della relazione con le famiglie, spiegando quali potrebbero essere i segnali di disagio nei confronti di una situazione di dipendenza, dando qualche consiglio sull’approccio genitori-figli. Le dipendenze, ha sottolineato, non colpiscono solo gli adolescenti, ma sempre più le persone adulte. Ma l’adolescenza è un periodo delicato perché è legato alla fase di distacco dalla famiglia. «Da normali casi di disagio adolescenziale, si passa all’uso occasionale, poi problematico fino alla dipendenza patologica che porta alla “diminuzione del proprio grado di libertà”. L’ambiente esterno, ma anche l’assetto individuale, a volte genetico, la cultura in cui si vive, le amicizie tutto può influenzare. I genitori dovrebbero essere un esempio di persone adulte forti, umili e umane, come fece Ulisse con il figlio Telemaco».
di Valentina Redolfi - trentinocorrierealpi
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