Questo articolo è già stato letto 35794 volte!
Il cielo coperto lo aveva quasi fatto dimenticare. Poi l’improvvisa schiarita e le vallate offrono il loro spettacolo di fedeltà alla storia.
E’ la notte del “fuoco del Sacro Cuore di Gesù” è una tradizione che risale al 1796. Ogni anno, nella seconda domenica dopo la festa del Corpus Domini, si accendono i tradizionali falò. È un voto che viene rinnovato regolarmente dalla popolazione.
La tradizione dei fuochi del Sacro Cuore di Gesù risale ad un’iniziativa dell’abate di Stams in Tirolo, nel 1796 uno degli rappresentanti più alti della regione.
In quel tempo la notizia terribile che le truppe di Napoleone I stavano avvicinandosi al Tirolo venendo da Milano giunse ai tirolesi. Tenevano allora un consiglio di guerra in cui l’abate fece la proposta di rivolgersi al Sacro Cuore di Gesù, fecero voto di celebrare solennemente la festa del Sacro Cuore di Gesù, giurandone eterna fedeltà.
Bisogna pensare che i due eserciti erano assolutamente dispari: da una parte l’esercito armato di Napoleone che stava avanzando sempre più, e dall’altra un esercito di contadini con poche armi e i soli strumenti per coltivare la terra.
Inaspettatamente il debole esercito locale riuscì a fronteggiare l’esercito di Napoleone proteggendo la propria terra. Da allora si tiene fede al giuramento fatto e si accendono fuochi su tutte le montagne dell’Alto Adige a forma di croce o di cuore, alle volte con la scritta INRI o con le iniziali di Gesù IHS.
I fuochi vengono gestiti e domati dalle associazioni giovanili, dai vigili del fuoco volontari e dai gruppi cristiani delle singole località.