«Salviamo la memoria dei vecchi confini». Appello della SAT di Moena

Da il 13 maggio 2010

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cippoconfine.jpg«Salviamo la memoria dei vecchi confini, recuperiamo i cippi di cinquecento anni fa». Domenico Sighel, vicepresidente della sezione SAT di Moena lancia un appello a persone ed enti che possono intervenire perché l’antico tracciato del confine che separava il principato vescovile di Trento e quello Bressanone non venga definitivamente cancellato.«Ancora oggi – spiega – questi segni scolpiti nella pietra si trovano lungo la linea confinaria predisposta nel 1551. Di tanto in tanto, mentre verifico i sentieri che si snodano tra il territorio comunale di Moena e Soraga, incontro i cippi e ammiro la bellezza delle pesanti pietre abbandonate a se stesse e bisognose di pulizia o di qualche forma di restauro. L’anno scorso lungo il sentiero SAT 520 che da Moena porta al Col da la Chiusa, in località Palù lonc la loale sezione degli Alpinisti tridentini ha collocato una tabella indicante il cippo numero quattro che si trova a soli 20 metri dal sentiero dando così l’opportunità agli escursionisti di poterlo osservare. E’ però poca cosa. Questo patrimonio storico- culturale va considerato e valorizzato. Per questo – conclude – invito gli enti competenti, gli amministratori di Moena e Soraga sotto la regia del prossimo “Comun general de Fascia” a promuovere un tavolo di lavoro coinvolgendo le associazioni, l’Istituto culturale ladino e il distretto forestale. Dall’incontro delle varie realtà dovrebbe uscire un indirizzo per il recupero e la valorizzazione dei cippi. Sono convinto che non dovranno passare altri cinquecento anni e fiducioso attendo sviluppi».Una vecchia mappa del Settecento, riporta un buon numero di blocchi di pietra scolpiti con i simboli vescovili di Trento e Bressanone che dal bosco di Costalunga segnava il confine fino alle pendici del Pesmeda, una cima che domina l’abitato di Moena. Oggi i cippi sono drasticamente ridotti di numero. Parte sono stati sepolti dalle opere dell’uomo, come la diga artificiale di Pezzè ed è probabile che altri abbiano trovato posto da qualche collezionista. L’ultimo cippo che ha rischiato di scomparire è quello in località “Termen” interessato dai lavori della circonvallazione. Grazie agli accordi tra impresa e amministratori di Moena la pietra scolpita è stata, al termine dei lavori, risistemata nella posizione originale. Dal Medioevo Fassa era inserita nel principato di Bressanone e i confini correvano lungo una linea che dal “ponte della Costa”, a monte della confluenza del rio Peniola e Costalunga scende nella valle per poi risalire in direzione del Pesmeda. Ma tale spiegazione non è del tutto esente da critiche. Il vecchio confine tra Moena (principato di Trento) e la Valle di Fassa (principato di Bressanone) è ancora oggetto di disputa storica. Una disputa che ha coinvolto storici di grande levatura come Valentino Chiocchetti e padre Frumenzio Ghetta. E’ certo però che nel 1551 tale confine fu attentamente precisato e definito. Gli atti del sopralluogo si trovano negli incartamenti dell’archivio di Stato di Bolzano e in questa occasione furono sistemati cippi che ancora oggi sono visibili nei boschi tra Moena e Soraga. L’intera linea di confine fu poi riconfermata nel 1779 dall’ingegnere Giorgio Singer che stese una mappa dettagliata ancora consultabile.

About Gilberto Bonani

Corrispondente giornali Trentino, Vita Trentina e Avisio

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