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L’arte divide. Da alcuni giorni l’opera «metallica» di Eduard Habicher, appesa sulla facciata della palestra comunale, ha scatenato le proteste dei cittadini. Molti le hanno scambiate per gronde piegate dalle neve, altri hanno cercato di capirne il messaggio nascosto, ma con poco successo. C’è chi parla apertamente di spreco di danaro pubblico ma gli esperti d’arte non sono dello stesso parere. La grande parete sud- est della palestra è una discussa «vela» che si staglia contro l’azzurro del cielo. Da tempo venivano sollecitazioni per «mitigare» quella presenza incombente sul sottostante “Troi de Sen Vile” . Nell’ottobre del 2008 l’amministrazione comunale, nell’ambito dei lavori di ristrutturazione del polo scolastico, aveva indetto un concorso pubblico. La finalità era quella di affidare la realizzazione di un’opera artistica da collocare proprio sulla parete dell’edificio adibito a palestra. Un fatto codificato da una precisa norma provinciale che prevede di accompagnare il compimento di un’opera pubblica con un manufatto d’arte. E’ stato lo scultore altoatesino Eduard Habicher ad aggiudicarsi l’incarico (importo complessivo di 62.914,84 euro IVA e oneri fiscali compresi). La commissione giudicatrice, composta dall’assessore alla Cultura Cristina Donei, dal progettista della scuola, da un rappresentante della Provincia e dell’associazione degli artisti, a suo tempo si era divisa. A votare contro era stata proprio la rappresentante dell’amministrazione comunale. Un voto «pesante» ma non sufficiente per fermare la scelta. Quando i ponteggi sono stati tolti e sono apparse le sue caratteristiche composizioni metalliche contorte di Eduard Habicher, la gente di Moena è rimasta piuttosto sconcertata e la discussione si è infiammata. Si sa che il «bello» è una categoria che difficilmente trova tutti d’accordo. Ma che cosa simboleggiano quei “tubi” contorti di un colore che va dal metallico al rosso? Lo stesso parroco del paese, don Enrico Conci, si è soffermato non poco davanti al manufatto intravvedendo, da uomo di fede, anche una croce. La lettura rimane comunque difficile, almeno per i poveri mortali. Il gallerista di Moena Mauro Defrancesco ha parole di apprezzamento per la scultura. «L’opera mi pare interessante, forse una delle migliori opere artistiche pubbliche presenti in Val di Fassa.Personalmente il lavoro mi trasmette un senso di purezza e precisione. Un linguaggio semplice, minimalista con dei segni eleganti, appoggiati con armonia sopra un ideale tela bianca. Certo quando si tratta di arte contemporanea e denaro pubblico, le polemiche sono quasi naturali. In questo caso mi paiono in gran parte immotivate, vista la buona qualitàcomplessiva dell’opera».