La Valle di Fassa al voto

Da il 7 novembre 2008

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votoprovinciale.jpgDomenica 9 novembre la Valle di Fassa, come tutto il Trentino, andrà al voto provinciale. Una campagna lunga, troppo lunga dopo lo slittamento del calendario elettorale per le note vicende legate all’esclusione dell’Udc. La novità in valle sarà la battaglia fratricida tra la lista “Fassa” e “L’Unione Autonomista Ladina” che si contenderanno domenica prossima il seggio ladino. Un tempo il confronto era tra ladini di Fassa e la Provincia di Trento, con le sue resistenze alle rivendicazioni della valle. Ora il confronto, lo scontro, è “interno”. Sarà un fattore di maggiore pungolo o l’inizio di una pericolosa deriva? La storica frase “tegnon adum, la forza vegn dal grum” (puntiamo all’unione, la forza viene dal gruppo) ha ancora un significato o è pronta per essere archiviata nel museo ladino? Difficile, per ora, prevedere il futuro, meglio restare sui programmi e le persone, che puntano a realizzarli.
“La nostra lista – spiega Gino Fontana – è nata per dar voce al 63% delle persone che questa primavera hanno dato il loro voto alle formazioni di centro destra”. Chiara quindi la collocazione di campo. “Vogliamo inoltre dare la concreta possibilità di esprimere la propria voce alle persone. Seguiremo la pratica di assumere le decisioni prese dalla gente e di attuarle. Insomma partire dal basso ascoltando le persone e non far calare decisioni dall’alto”. Una critica diretta all’Ual che la lista Fassa giudica come una oligarchia, che prende le decisioni tra pochi e poi le impone a tutti. Nel programma elettorale al primo posto viene la famiglia, quella tradizionale. Un obiettivo certamente alto, anche per una valle che a parole auspica un ritorno ai valori di un tempo, ma in pratica conosce una forte crisi dell’istituzione famigliare. Poi viene l’economia, con l’attenzione ai vari settori produttivi e una forte semplificazione burocratica “che soffoca e impegna inutilmente gli operatori economici”. Quindi c’è la difesa dell’identità ladina nell’ottica di intensificare i legami con la “Lia di comuns ladins”, organo riconosciuto dalla Stato e dalle tre province e che raccoglie rappresentanti dei comuni delle quattro valli ladine. Infine valorizzazione del volontariato che “appartiene al Dna della nostra gente e costituisce una forza insostituibile nella valle”.
Non vuole etichette di appartenenza politica, solo costruire comunità.”Per jir inant ensema” (continuare un cammino insieme) e “ne dreta ne cencia” (né destra né sinistra) sono i binari su cui corre l’Unione Autonomista Ladina verso il confronto elettorale. “Il filo rosso che lega i vari punti del nostro programma – spiega il consigliere ladino uscente Luigi Chiocchetti – è la parola comunità, intesa come un insieme di persone che condividono una storia, un sistema di valori, un territorio, un’economia e che insieme intendono progettare e costruire il futuro, mossi dallo spirito di bene comune”. Insomma le motivazioni che nel 1982 hanno fatto nascere l’Ual sono ancora pienamente valide. “La passata legislatura – continua Chiocchetti – ha rappresentato un periodo di grandi cambiamenti. La riforma istituzionale, che per noi vuol dire costituire il Comun general de Fascia, la legge sulle minoranze, le nuove indicazioni per la scuola e la legge Gilmozzi sulle seconde case, sono importanti contenitori che aspettano di essere colmati da proposte concrete che sollecitano direttamente i fassani. Discutiamo quindi su queste tematiche concrete, ma non sulle ideologie e le appartenenze”.

About Gilberto Bonani

Corrispondente giornali Trentino, Vita Trentina e Avisio

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