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Rimane scettico il consigliere Alberto Felicetti sullo statuto del Comun Generale di Fassa appena approvato dalla Giunta provinciale. «Lo Statuto – spiega – nonostante non convinca praticamente nessuno e trovi anzi la forte contrarietà di molti, sarà comunque approvato ugualmente e diverrà quanto prima operante. Il funzionamento della Comunità di valle sarà quindi scandito da regole gradite a pochi e mal sopportate. Già questo dovrebbe essere un elemento di forte preoccupazione sul futuro buon funzionamento della Comunità, per chiunque sia chiamato dalle prossime elezioni ad occuparsi di problemi di pubblica utilità». Per il consigliere Felicetti partire col piede sbagliato porterà inevitabilmente a incespicare e cadere
malamente. «Il nascente Comun General – spiega – sarà saldamente in mano ai sindaci. Ad essi spetterà “in via esclusiva ” la formulazione delle proposte da sottoporre al Consei General riguardanti gli atti di indirizzo a carattere generale, i piani, i programmi, gli schemi delle intese, la gestione unitaria dei servizi ed i progetti di gestione unitaria degli stessi. I trenta consiglieri avranno la sola facoltà di alzare la mano per approvare o respingere quanto proposto dai sindaci. Nessuna iniziativa autonoma è consentita ai membri del Consei, spettando qualsiasi potere di proposta ai sindaci. Una architettura cosi concepita, lo ribadisco, mette tutto in mano ai Sindaci e non porterà di certo all’auspicato Comun General efficiente, efficace, che gestisce in maniera intelligente il proprio territorio, che produce economie rispetto alla gestione singola dei Comuni. Si è persa – conclude – l’occasione per dare vita ad un organismo veramente rappresentativo di tutta la valle, al di là e al di sopra dei campanili.