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«Se in Val di Fassa il referendum per l’abolizione del Comun General non avrà luogo è solo merito della nostra comunità». Così dice la UAL, che non mette in discussione il valore democratico dello strumento referendario, ma è convinta che in questo momento storico la gente fassana abbia compreso l’importanza che riveste il Comun General de Fascia.
«Le firme raccolte dall’Associazione Fassa – è scritto nel comunicato stampa del movimento ladino – testimoniano che una fetta della popolazione fassana si aspetta di più dal Comun General de Fascia e questo non può che essere uno sprone per la UAL ad impegnarsi ancor di più per un nuovo e proficuo slancio istituzionale di questo ente.
La soglia delle 1500 firme per proporre referendum in Val di Fassa, giudicata sproporzionata dalla Lega Nord è un limite importante ma non eccessivo. Già in passato su questioni cruciali di firme né sono state raccolte molte di più. Oggi invece i fassani hanno deciso di non votarsi all’autolesionismo e di non rimettere a tutto il Trentino la decisione sull’esistenza o meno del Comun General». La UAL inoltre esprime la sua vicinanza e la totale fiducia nei confronti della procuradora Cristina Donei, divenuta bersaglio di attacchi personali e di accuse infondate e delegittimanti da parte dei promotori del referendum.