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Ha più di un secolo di vita ma l’età non sfugge agli alpinisti che arrivano fino lassù, a 2873 metri di quota nel cuore del Sella. Parliamo del rifugio Boè, un’immagine piuttosto malandata della montagna trentina. Immagine veicolata da un edificio decrepito nonostante le buone intenzioni del gestore Il rifugio è situato sullo spartiacque tra la Val de Mezdì e la Val Lasties. Costruito nel 1894 dalla sezione del Club alpino di Bamberga, dopo il primo conflitto mondiale passò in gestione alla SAT (Società alpinisti tridentini). E’ un rifugio famoso non solo per la storia secolare: a pochi decine di metri, infatti, è stato realizzato il depuratore più in quota di tutto il Trentino.Già negli anni ’90 i responsabili SAT avevano manifestato l’intenzione di mettere mano allo storico edificio. Dopo lunghe riflessioni, verifiche e ipotesi nel 2007 il consiglio direttivo approva il progetto. A questo punto iniziano i contatti con la commissione comprensoriale della Valle di Fassa che ha il compito di vagliare la congruenza dell’elaborato. Dopo mesi di dialogo e di limature il progetto definitivo è presentato nel luglio 2008 ma nell’ottobre arriva il giudizio negativo. Nel novembre dello stesso anno il consiglio direttivo della SAT rompe gli indugi e presenta il ricorso alla Giunta provinciale, l’unica che ha il potere di confermare o cambiare il giudizio espresso dalla commissione comprensoriale. Da quella data , ossia da due anni, il silenzio più assoluto mentre neve, gelo, pioggia continuano a intaccare la struttura dello storico rifugio. Il rifugio Boè si trova sulla via Monaco – Venezia percorsa ogni anno da un migliaio di persone. A queste poi si aggiungono gli alpinisti che attraversano il gruppo del Sella. E’ quindi un punto di passaggio importante della montagna trentina.