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E’ in arrivo un altro anno tragico per Mogadiscio e molte zone della Somalia. Elio Sommavilla, il sacerdote – geologo fassano però non perde la speranza per quella terra in cui opera da moltissimi anni. La Somalia è preclusa a ogni presenza straniera. Troppo pericoloso muoversi in un terreno dove non esiste un governo centrale. Elio Sommavilla risiede a Nairobi e guida a distanza le attività dell’associazione “Water for life” (Acqua per la vita) utilizzando le posta elettronica e skype (comunicazioni audio e video tramite computer) grazie all’impianto satellitare installato a Merka.« La distanza – spiega – ?gpesa?h molto ma, oggettivamente, non è del tutto negativa. Perfino la scomparsa prima di Mana (la grande mamma degli orfani) e di Mahamuud e Ali (due collaboratori rapiti sulla strada di Mogadiscio)ha portato, assieme all’immenso dolore, un frutto straordinario:la responsabilizzazione degli orfani grandi». I piccoli raccolti nei villaggi nel 1992 e allevati da Mana ora hanno superato i 20 anni. Tutti posseggono un diploma di scuola superiore , in prevalenza quello ottenuto nella scuola agraria fondata dall’associazione Water for life. Molti sono insegnanti, altri agricoltori, artigiani di buon livello (meccanici, sarte, produttrici di tessuti a mano, falegnami, muratori, elettricisti). Hanno creato venti cooperative consorziate tra loro.«Quello che avevo detto sulla tomba di Mana “nessuno la potrà sostituire, tranne voi stessi” è stato preso molto sul serio» ricorda Elio Sommavilla. Il clima di solidarietà e di fraternità non è mai venuto meno. Persistono anche la democrazia, la laboriosità e l’impegno a progredire. Al consiglio comunale di Ayuub (il villaggio costruito appositamente per crescere gli orfani)è stato affidato un “fondo di rotazione” di 20mila euro (10mila del premio Fondazione Langer e 10mila donati dalla Provincia di Trento). Una commissione composta dagli orfani grandi ha assegnato, sulla base di un concorso in piena regola, i primi prestiti a sedici giovani coppie. Ciascuna si è costruita una casetta in muratura ai margini del villaggio e, a distanza di un anno e mezzo, tutte hanno restituito il prestito. Ora ne stanno usufruendo altre sedici famiglie. Tutto si è svolto regolarmente e senza contestazioni. Tutto questo con un’organizzazione agile, nessuna attuale presenza straniera (vista la pericolosità), sussidi calibrati per prevenire passività e inerzia. Tutto nasce dalla filosofia di Water for life: «Non il pesce, ma la lenza, meglio ancora quanto occorre per costruirsela». La “lenza” fondamentale, per Elio Sommavilla è la scuola.«Per noi – spiega – l’istruzione è un sacrosanto diritto di tutti i bambini del mondo e siamo convinti che la penna è un mezzo indispensabile ai piccoli contadini per progredire e affrancarsi dallo sfruttamento. In più solo la scuola può arginare l’arruolamento dei soldati – bambino nelle bande armate». Un lavoro impegnativo visto che le grandi organizzazioni sembrano non capire la vitale importanza della scuola. Attualmente sono spesso le donazioni di privati a sostenere il programma educativo e, sopratutto, la mensa scolastica, elemento fondamentale per incentivare la scolarizzazione nella realtà somala.