Valle di Fassa. Carta d'identità bilingue: un miraggio.

Da il 17 marzo 2010

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carta_identita.jpgRimane distante il traguardo per una carta d’identità bilingue in Valle di Fassa. Nonostante il percorso sia lento e irto di difficoltà il consigliere provinciale ladino e Vicepresidente del Consiglio regionale Luigi Chiocchetti non si dà per vinto ed esprime con convinzione la propria posizione a favore dell’utilizzo della lingua unificata. Grande speranza aveva suscitato il decreto del ministero dell’Interno che, in data 4 novembre 2009, aveva approvato un modello di carta d’identità bilingue italiano-ladino destinato all’emissione dei nuovi documenti nel Comprensorio Ladino di Fassa. Quello che sembrava fattibile nell’anno nuovo, pare invece far slittare a tempi indefiniti una meta particolarmente sentita dai ladini. Un primo fattore che frena la distribuzione della nuova carta è il provvedimento, assunto precedentemente dal decreto del ministero dell’Interno, che rende valevole per altri cinque anni il documento d’identità esistente. In questo modo il progetto per la sostituzione graduale del documento viene posticipato. Ma c’è di più a complicare la vita del documento bilingue. Il progetto iniziale prevedeva che per tutta l’area ladina, quindi anche per le vallate appartenenti alla provincia di Bolzano, fosse distribuita una carta d’identità scritta in ladino standard, cioè una lingua “artificiale” estrapolata dalle diverse parlate delle valli del Sella. Una modalità avvallata dalla provincia di Trento ma mal sopportata da Bolzano. Per Trento quindi potrebbe aprirsi la possibilità di utilizzare il ladino fassano lasciando ai confratelli di Bolzano altre soluzioni su cui si sta ancora discutendo. Il consigliere Luigi Chiocchetti però rilancia la lingua unica. «Sin dai suoi esordi il progetto SPELL (quello destinato a creare un’unica lingua nelle valli ladine)- spiega – ha trovato presso le istituzioni fassane forte sostegno. L’Istituto culturale “majon di fascegn” e il Comprensorio ladino hanno fatto un notevole sforzo ed investito molte risorse, sia umane che economiche, in direzione dell’elaborazione del Ladin dolomitan. Sarebbe davvero inopportuno in questa occasione fare un passo indietro ed affidarsi ai singoli idiomi. È noto che fra la gente esiste il timore che la forma standard vada a soppiantare le singole parlate In realtà non è così, il Ladin dolomitan può risultare invece molto utile nel processo di unificazione delle vallate ladine, mettendo a disposizione delle stesse uno strumento davvero efficace per la comunicazione tra le valli sia in ambito amministrativo che divulgativo, ed offrendo un’occasione di consolidamento per la lingua ladina. Le valli ladine – conclude il consigliere – non devono perdere l’importante occasione, offerta dall’introduzione della carta d’identità in ladino, per applicare la propria lingua standard. E’ un’occasione per fare un ulteriore passo avanti verso il superamento dei confini imposti ai Ladini e per garantire alla lingua e alla cultura ladina uno status di maggior riconoscimento e pregio».

About Gilberto Bonani

Corrispondente giornali Trentino, Vita Trentina e Avisio

Un Commento

  1. Francesco

    20 marzo 2010 at 18:38

    perchè battersi tanto per la carta d’identità bilingue? meglio quella monolingua, cioè tutta in ladino!!!
    Aboliamo l’italiano come per i nomi delle vie di Moena!!!

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