Moena. Ecco i totem segnaletici

Da il 12 gennaio 2010

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insegne.JPGLa giunta di Riccardo Franceschetti ci riprova: l’obiettivo è quello di fare un po’ d’ordine nella giungla di cartelli, segnali, insegne multicolori, legende e scritte artigianali. Con la comparsa sulle piazze di Moena dei nuovi totem informativi (così ora vengono chiamati i cartelli) inizia una nuova rivoluzione della segnaletica. La prima amministrazione che intraprese la lotta impari contro il caos fu quella guidata da Ilario Bez nel 1990. L’approccio fu morbido cercando di convincere alberghi, negozi, aziende commerciali ad affidarsi più al buon gusto che a colpire allo stomaco l’avventore. Poiché la materia si presta a differenti punti di vista e interpretazioni diverse, la giunta di allora cercò di ridurne il numero e di consigliare tipologie più consone a un abitato di montagna. Meritevole fu la riflessione sollecitata dalla giunta Bez ma il problema non fu risolto. In quell’occasione fu varato un nuovo regolamento sulle pubbliche affissioni che conteneva l’obbligo per chiunque volesse esporre un cartello, di una specifica autorizzazione del sindaco. Questo però non diminuì l’affollamento di indicazioni con il risultato che invece di orientare le persone, creavano ancora più confusione. Nel 2000 , il problema ritornò sul tavolo del consiglio quando assessore, nella prima giunta Franceschetti ,era Armando Felicetti. L’antidoto alla babele dei cartelli fu quello di adottare uno standard di frecce indicatrici e di regolamentare l’esposizione di striscioni e tabelloni pubblicitari per attività temporanee. Furono fissati anche parametri legati alla misura e alla natura del materiale con cui erano costruiti. Due anni dopo scoppiò una vera guerra delle insegne nella galleria del residence Alpino. Scesero in campo avvocati e le carte bollate si sprecarono. Un’insegna fu sottoposta, per la prima volta, a “oscuramento” tramite un funereo panno di colore nero. L’accusa accusava il cartello, che reclamizzava dei capi di abbigliamento, di non essere conforme all’articolo numero otto del regolamento comunale. Ora l’amministrazione punta a uniformare la segnaletica tramite dei totem informativi, in ferro e legno. Questi sono dislocati in una decina di punti nel paese di Moena e frazioni. I cartelli riportano la denominazione dell’attività, la distanza e una freccia indicativa secondo l’ordine di distanza o di prenotazione. «Si tratta – ha spiegato il sindaco – di un modello già adottato in vari centri urbani. Il nostro obiettivo è quello di ridurre il numero di cartelli e uniformarli tra loro. Per questo ogni altra indicazione sarà tolta».Sarà ancora possibile esporre delle indicazioni mobili su suolo provato ma solo a carattere temporaneo. Se si tratta invece di suolo pubblico sarà necessaria una ulteriore autorizzazione comunale. Anche la cartellonistica alberghiera è stata rinnovata seguendo le norme del codice della strada. Con questo passo l’amministrazione spera di avere contribuito ulteriormente al riordinare il centro urbano. Un problema che, come abbiamo visto , ha radici lontane e non è di facile soluzione.

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Corrispondente giornali Trentino, Vita Trentina e Avisio

3 Commenti

  1. gianni

    12 gennaio 2010 at 21:22

    Se veramente lo scopo è quello di fare ordine nella giungla dei cartelli, e visto che la maggiore attività a Moena è rivolta al turismo, mi sentirei di suggerire di riportare le indicazioni stradali usando la lingua italiana anzichè la incomprensibile (per i turisti) lingua ladina. Sarebbe già qualche cosa risolvere il disagio del turista, italiano o straniero che sia, che cerca invano di leggere, interpretare e ricordare i nomi delle vie e piazze. Mi sembra comunque apprezzabile la soluzione dei totem.

  2. Francesco

    17 gennaio 2010 at 16:39

    Sono d’accordo!

    Lasciamo le strade con la denominazione in italiano e con una targa sotto per ricordare il nome ladino!

    Sarebbe assurdo, per esempio, che in Alto Adige abolissero i nomi italiani e lasciassero solo quelli in tedesco!

  3. Francesco

    19 gennaio 2010 at 18:55

    Alto Adige, la Procura: “Illegali i cartelli solo in tedesco sui sentieri”
    I partiti italiani: “Si rispetti lo statuto”

    Inchiesta della magistratura di Bolzano sulla toponomastica bilingue lungo i sentieri: tre cartelli su quattro non rispettano la legge.

    BOLZANO. Il 75 per cento dei cartelli installati dall’Alpenverein lungo i sentieri di montagna in Alto Adige non rispettano le disposizioni statutarie in materia di toponomastica e bilinguismo, perché riportano solo i nomi in tedesco delle località. E’ il primo risultato ufficiale del paziente lavoro di verifica affidato dalla Procura della Repubblica ai Carabinieri e alla Forestale che proprio lo scorso fine settimana hanno consegnato un dettagliato rapporto al procuratore Guido Rispoli.

    Si tratta di un risultato che fa riferimento ai toponimi o microtoponimi italiani dotati di presupposto giuridico e, di conseguenza, del requisito di «ufficialità», come previsto dallo Statuto per l’autonomia. Per questo la Procura ha controllato tutti i nomi nell’archivio dell’istituto geografico militare di Firenze, arrivando alla conclusione che tre su quattro dovrebbero avere l’indicazione bilingue.

    La vicenda ha scatenato la polemica politica, con i partiti italiani compatti nel chiedere alla Provincia, guidata dalla Sudtiroler Volkspartei, partito di raccolta della popolazione di lingua tedesca, che venga ripristinata subito la legalità: “La legge va rispettata: se l’Alpenverein ha sbagliato, si facciano rispettare le norme”, ha detto Antonio Frena, segretario provinciale del Pd. E il Pdl ha minacciato ostruzionismo in consiglio provinciale. Ma la Svp non sembra disposta a cedere, soprattutto per i nomi delle piccole località, considerando la toponomastica italiana un retaggio dell’epoca fascista.

    Alto Adige, 19/01/2010

    http://altoadige.gelocal.it/dettaglio/alto-adige-illegali-i-cartelli-sui-sentieri-solo-in-lingua%C2%A0tedesca-i-partiti-italiani:-si-rispetti-lo-statuto/1833174

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